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In provincia di Terni, esiste un luogo dove è possibile vivere un paio d’ore in un universo parallelo, fatto di Arte, Architettura, Pazzia e sana follia…
La Scarzuola è un luogo surreale, dove vivere un’esperienza unica, al limite del surreale, anche grazie al custode che guida i visitatori in una sorta di universo parallelo che viene raccontato in modo surreale, nutrito da un’alta percentuale di follia che Marco Solari, l’attuale proprietario, è in grado di raccontare in modo unico e coinvolgente.
Senza mezzi termini, appena varcato il cancello di ingresso, si è subito proiettati in qualcosa di unico, anche grazie a Marco che fin da subito mette in chiaro che si tratta di un’esperienza particolare, che lui riesce a raccontare in modo “pazzamente unico”!
Posso solo consigliarvi di visitare La Scarzuola almeno una volta nella vita, non ve ne pentirete e vi rimarrà senza dubbio nel cuore.

La visita inizia con una descrizione di chi è stato Tomaso Buzzi, l’eclettico personaggio milanese che qui ha creato il suo mondo parallelo, dove perdersi e dove rendersi conto che la vita forse va vissuta in modo diverso da quello che la società attuale ci spinge a credere.
Non voglio dilungarmi oltre, perché il consiglio è quello di visitare questo luogo, così ve ne farete una vostra idea, anche perché ogni visitatore avrà una sua opinione dell’universo di Tomaso Buzzi.
Per prima cosa è importante sapere che le visite vengono fatte su prenotazione, semplicemente collegandosi al sito web de La Scarzuola oppure telefonando al numero 0763/837463.


Qualche cenno storico è però d’obbligo e ve lo racconto velocemente;
La Scarzuola, in origine era un convento francescano fondato da San Francesco d’Assisi nel 1218, il quale vi piantò un cespuglio di lauro e di rose e fece nascere così una fonte d’acqua. Il nome La Scarzuola, deriva invece da una pianta palustre, la Scarza, che il Santo utilizzò per costruirsi una capanna.
Nel 1956 il complesso venne acquistato e restaurato dall’architetto milanese Tomaso Buzzi (1900-1981), che progettò ed edificò tra il 1958 e il 1978 a fianco del convento la sua Città Ideale, concepita come un teatro all’aperto. Tutta l’area, comprende un insieme di 7 teatri ed ha il suo punto centrale nell’Acropoli: una montagna di edifici costituiti da una numerosa serie di archetipi, questi, anche se vuoti all’interno, rivelano molteplici prospettive, molto particolari e ben progettate. Una relazione di tipo iniziatico viene a stabilirsi tra il sacro convento e l’altra parte del profano complesso di Buzzi, sovraccarico di simboli e segreti, di riferimenti e di citazioni.


Il tutto è nutrito da un infinità di simboli ispirati all’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (1499); scale in tutte le direzioni, volute sproporzioni di alcune parti, alcuni mostri, affastellamento di edifici, di monumenti, che arriva ad un surrealismo, un che di labirintico, di evocativo, di geometrico, di astronomico, di magico, e di folle!

Arrivare qui in auto è piuttosto semplice, in autostrada si esce a Fabro e si seguono le indicazioni per Montegabbione, poi per Montegiove, appena superato questo paese, si imboccata strada sterrata a destra che in poche curve vi porterà nell’universo parallelo di Tomaso Buzzi.

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