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Aspettavo questa giornata da quando avevo iniziato a programmare il viaggio; l’idea di ripercorrere una parte della Route 66 mi ha emozionato fin dai primi passi della pianificazione e nonostante il tratto della Mother Road nel New Mexico non sia certo uno dei migliori, la giornata si è comunque rivelata una delle più emozionanti, almeno per me. Durante la stesura del mio libro, ed anche successivamente, mi sono sempre chiesto come sarebbe stato tornare a percorrere questo tratto di asfalto, ed oggi finalmente lo saprò, ma iniziamo con ordine:
La giornata parte con la visita del ramo nord del Canyon De Chelly, che come già visto ieri, è anche qui tutt’altro che accogliente, senza ripetermi, vi invito a leggere il precedente articolo, dove ho già descritto le mie sensazioni, che purtroppo si ripetono anche qui, è davvero un peccato, perché le viste che questa zona regala sono davvero molto attraenti ed il Canyon visto dall’alto è molto affascinante.
Visitiamo in successione i viewpoint posti lungo la Indian Rte 64 girando a destra via via che troviamo le indicazioni per i punti di osservazione; Massacre Cave, Mummy Cave, Antelope House e Ledge Ruin, uno più bello dell’altro.

Purtroppo, tutta la zona della riserva Navajo, che si estende per molte miglia, risulta essere piuttosto disagiata, non ha niente a che vedere con quanto visitato in precedenza negli altri parchi, povertà e disagi sono ben evidenti, quindi dopo le veloci visite dei viewpoint, ci dirigiamo verso la Indian Rte 12 che imbocchiamo in direzione sud. Facciamo il pieno di benzina in un distributore all’incrocio tra la 64 e la 12; giusto il tempo di fare il pieno e pagare, ed eravamo circondati da persone che chiedevano soldi, vabbè, procediamo senza esitazione, la Route 66 ci aspetta.

La Indian Rte 12 è molto bella, sopratutto nella zona che costeggia il Wheatfields Lake, qualche sosta veloce è consigliata per fare due passi e qualche foto.
Arriviamo a Windows Rock intorno alle 12 e senza fermarci (avevamo già visitato anni fa questa zona) proseguiamo in direzione Gallup, dove sostiamo per un pranzo da Pizza Hut lungo la US-491; come al solito ordiniamo al nostra pizza senza mozzarella e senza formaggio, anche se si tratta di una catena devo dire che la pizza non è niente male ed è pure certificata Peta se si scelgono bene gli ingredienti (no cheese, Hand-Tossed crust, regular pizza sauce, Mashrooms, Spinaci, Black Olives), finito il pranzo, superiamo la intestatale che attraversa la cittadina e girando a sinistra siamo sulla Route 66 direzione est.
Qui la Mother Road ha poco da offrire a parte il famoso El Rancho motel, dove hanno soggiornato, negli anni in cui si giravano i film western, gli attori più famosi di Hollywood come John Wayne e Clint Eastwood.

Procediamo sulla Route 66 per dirigerci verso il Continental Divide, anche se purtroppo siamo costretti, in alcuni tratti ,a posare le nostre ruote sulla intestatale, purtroppo la I-40 ha sostituito in toto la mother road passandoci sopra.
In pochi conoscono il Continental Divide che si trova nei pressi di Gallup (uscita 47 della I-40), in pratica, si tratta di una linea immaginaria che attraversa gli Stati Uniti da nord a sud, dove alla sua destra (a est), tutte le acque confluiscono nell’Atlantico, alla sua sinistra (a ovest) tutte le acque confluiscono verso il Pacifico. Lungo la Route 66 non poteva mancare un viewpoint, con relativo negozio di souvenir, al suo interno troverete prodotti interessanti a buon prezzo, all’esterno è ovviamente presente un cartello che indica il punto esatto dove passa la line immaginaria del Continental Divide.

Adoro le vecchie insegne dei motel, e per fortuna qui ce ne sono diverse che attirano la mia attenzione lungo la Route 66 nei pressi di Grants.

Chissà quante storie potrebbe raccontare un motel come il Bluewater; storie di amore, di disperazione, oppure storie al limite del legale, o dannatamente illegali. Ogni stanza polverosa e malandata ha una sua storia ricca di aneddoti, spesso non possibili da vedere nonostante la moquette sporca e le pareti scrostate.
Basta vedere un film o leggere un libro che racconta una storia on the road per capire quante persone hanno condiviso una parte della loro vita con queste stanze, forse proprio l’ultima parte della loro vita.

Giungiamo così all’Owl Rock dove troviamo le prime scritte sull’asfalto della Mother Road, lo stemma Route 66 sul quale ero già passato nel 2013 qui è ben tenuto e visibile, quindi mi fermo e senza esitazione scatto qualche foto ricordo, emozione unica per me!
Poco prima abbiamo anche visto un vecchio cimitero di auto americane, e come al solito ci siamo fermati per qualche foto, poco più avanti un vecchio televisore abbandonato lungo la strada, attira la nostra attenzione, probabilmente qualcuno non aveva gradito l’ultima trasmissione…

Siamo ormai nella periferia di Albuquerque, ma prima facciamo un’altra deviazione percorrendo un piccolo tratto della old Route 66 che ancora affianca la Intestatale per fotografare il Route 66 Rio Puerto Truss Bridge e bere un pessimo caffè al The 66 Pit Shop.

Arriviamo al tramonto ad Albuquerque, giusto in tempo per visitare la vecchia Old Town, molto simile a Santa Fe, e molto caratteristica; visto che durante il viaggio nella Route 66 del 2013 non lo avevamo visitato, lo facciamo in questa occasione.
Parcheggiamo nei pressi del centro storico, in un parcheggio a pagamento, dove, a fiducia, vanno inseriti dei dollari dentro ad una cassetta relativa al numero di parcheggio dove abbiamo posizionato la nostra auto, niente controlli o parchimetri digitali, tutto si basa sul buon senso, una cosa davvero strana per noi italiani…

Cerchiamo qualcosa per la cena, e Barbara, tramite la sua App di fiducia scova un locale che sembra molto quotato, il Thai Vegan (5505 Osuna Rd NE, Albuquerque) pochi minuti ed arriviamo appena in tempo per la cena, alle 21:00, anzi alle 9:00 pm chiudono!
Il ristorante si rivela una sorpresa, non è un caso che abbiano 4,5 stelle su Trip Advisor, una delle migliori cene vegan mai consumate, qui in USA di sicuro, ma direi in assoluto; prezzi nella media e qualità del cibo eccelsa, consigliatissimo, unica osservazione; i piatti sono arrivati tutti insieme, generando non pochi problemi viste le ridotte dimensioni del tavolo, pernottiamo al The Hotel Blue, comodo e con ampio parcheggio ed ottima colazione compresa nel prezzo.

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