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Il Monte Nerone si trova in provincia di Pesaro e Urbino, vanta un’altezza di ben 1525 m e comprende altre vette minori; Monte del Pantano (1427m), Montagnosa (a486m) e Cimaio (1227m), ci si arriva percorrendo la SP257 deviando a un certo punto sulla Strada Provinciale Pianditrebbio provenendo da nord, oppure con la SP3 provenendo da sud imboccando poi la Strada Provinciale 29 e successivamente la Strada Provinciale Pianditrebbio.

Non è ben chiaro da dove deriva il suo nome “Nerone”, ci sono arie ipotesi accreditate, ma quello che interessa adesso a noi, è descriverne la bellezza; si perché già percorrere la strada che sale su da Serravalle di Carda è un’esperienza pazzesca, sopratutto il moto. La vetta offre una delle viste più spettacolari del centro Italia.
Proseguendo lungo la SP257 è possibile raggiungere anche la Gola del Furlo, altra spettacolare location che consiglio di visitare prima di salire sul massiccio.

Ma torniamo sulla cima del nostro monte; si tratta di una formazione calcarea che offre panorami mozzafiato grazie alla sua altezza ed alla conformazione piatta della cima, in più la zona è ricca di ripide pareti rocciose, forre spettacolari, formazioni carsiche e un numero esagerato di grotte che ne fanno una meta tanto amata da speleologi ed escursionisti. Anche noi nel nostro piccolo abbiamo passeggiato sul monte, goduto dei suoi panorami mentre ci gustavamo un pranzo al sacco, e ci siamo poi diretti verso altre due mete strepitose; l’Arco di Fondarca e la Cascata della Gorgaccia.

Sono degne di nota la grotta delle Tassare che è anche la più profonda delle Marche, la grotta degli Orsi, la grotta del Drago, la grotta dei Cinque laghi, la grotta dei prosciutti (per fortuna non ha niente a che fare con i prodotti alimentari poco amati da noi vegani) e le grotte Buca Grande e Buca della Neve.
Tutte visitabili anche se ne consigliamo l’esplorazione solo tramite guide esperte e attrezzatura adeguata, ottime le proposte de il Ponticello.

Finita la passeggiata sulla cima del Monte Nerone, abbiamo percorso la Strada Monte Nerone per scendere dall’alto lato del monte e raggiungere Pieia da dove parte un breve percorso a piedi per raggiungere l’Arco di Fondarca.
L’inizio del trail è proprio sopra alle fontane che si trovano sulla destra arrivando nel paese, è possibile parcheggiare l’auto o la moto poco più avanti, prima che la strada diventi sterrata. Fate attenzione però scendendo dal monte; la strada è sconnessa e non viene fatta manutenzione da anni, è tutta asfaltata, ma stretta e piena di buche davvero profonde, si percorre senza particolari difficoltà, ma c’è da fare attenzione per non trovarsi in qualche spiacevole situazione.

L’arco invece si raggiunge senza particolari difficoltà con una breve camminata, circa 20 minuti, arrivando in una sorta di anfiteatro naturale particolarmente affascinante, da qui si ammira l’arco e anche una grotta nel lato opposto, superata la quale si arriva a una cascata davvero suggestiva.
Tutto il percorso è semplice anche se in alcuni tratti è facile scivolare per colpa del ghiaione presente, anche qui il panorama che si gode nel primo tratto è davvero notevole grazie alla foresta verde e rigogliosa e al sentiero che per un breve tratto si inerpica sulla roccia a strapiombo.

Finita la visita ci siamo diretti verso Apecchio, la città della birra, per una pausa ristoratrice e per visitare la famosa Cascata della Gorgaccia, ammetto di aver avuto qualche difficoltà a trovare il punto dal quale inizia il percorso, ma ho poi capito che non è poi così complicato; arrivati ad Apecchio bisogna prendere la strada verso il municipio e poi raggiungere il cimitero percorrendo Viale di Velluto, poco prima del parcheggio sul lato destro inizia il sentiero CAI, proprio dove è presente un piccolo giardino con una panchina e una fontana di acqua (coordinate GPS:43.557405,12.413021).

Qui inizia il percorso CAI 239, un sentiero ampio che scende verso il Fosso dei Tacconi e dove inizia a intersecare più volte il corso d’acqua, infatti dovremo guadare il fiume più volte lungo il trail, un’operazione semplice non preoccupatevi.
Il percorso è piacevole e ombreggiato, senza particolari difficoltà, ad un certo punto, dopo aver attraversato una segheria, troveremo un incrocio su una strada in salita, qui bisogna seguire il CAI 238A scendendo verso sinistra, dopo circa 20 minuti raggiungiamo la Cascata della Gorgaccia.

Arrivati nel punto dove l’acqua si tuffa nella piscina naturale, superate il corso d’acqua e scendete nel lato opposto per raggiungere la piscina naturale sulla quale cadono le acque del fiume e dal quale godere della vista che questo luogo sa regalare.
Se volete fare il bagno potete farlo, dopo di che non resta altro che tornare sui nostri passi e riprendere il nostro mezzo di trasporto per tornare a casa.

Noi ci siamo concentrati solo su questa cascata, ma nella zona ce ne sono molte altre; Rio Vitoschio, Fosso della Cornacchia, Pian dell’Acqua e Fosso Pisciarello, insomma tutta la zona offre davvero molto per gli manti della natura, del trekking e della vita all’aria aperta.
La nostra giornata raccontata in questo splendido video, buona visione!

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