
La Route 66, conosciuta come “The Mother Road”, è molto più di una strada: è un simbolo dell’America, della sua storia e della sua cultura. Per un uomo di 64 anni originario di Saverdun, nel sud della Francia, questo mito è diventato il sogno di una vita. Questa è la storia di un’avventura epica, fatta di coraggio, determinazione e amore per la scoperta.
Indice
Josyan Sieurac; un passato di sport e sfide estreme
Il protagonista di questa straordinaria avventura è un atleta con un curriculum impressionante. Ex giocatore di rugby, si è avvicinato alla corsa all’età di 35 anni, dedicandosi alle gare di endurance. Tra le sue imprese figurano il Marathon des Sables, lo Spartathlon, la traversata del deserto con 333 km percorsi, gare di 24 ore, i 100 km di Millau e persino la Transpyrénéa nel 2023: un’imponente traversata delle Pirenei di 860 km con 60.000 metri di dislivello.
Quarant’anni di corsa e una vita dedicata allo sport hanno preparato il terreno per una sfida ancora più grande: percorrere la Route 66 a piedi, alternando corsa e camminata.
Un amore per l’America e il rock ‘n’ roll
Fascinato dalla cultura americana fin dalla giovane età, è cresciuto con i film western e la musica di Elvis Presley. La Route 66 rappresentava per lui tutto ciò che amava: la conquista dell’Ovest, il fascino dell’avventura e l’incontro con un’America autentica.
Così, all’età di 62 anni, dopo il pensionamento, si è detto: “Perché non farlo? Ho tempo, sono in forma, e posso partire per uno, due o addirittura cinque mesi”. È iniziata così la preparazione per un viaggio unico, con un obiettivo ambizioso: percorrere un maratona al giorno per 100 giorni, coprendo 4.000 km.
Un viaggio epico: da Chicago a Santa Monica
Il 2 settembre, con un modesto zaino di 6 kg e senza assistenza, è partito da Chicago. Dopo 90 giorni, il 30 novembre, è arrivato a Santa Monica, completando l’impresa in anticipo rispetto ai piani.
Nonostante le difficoltà linguistiche – non parla inglese – e la mancanza di supporto logistico, ha affrontato ogni sfida con spirito da avventuriero. Dormiva sotto le stelle nelle zone desertiche, con il solo sacco a pelo, e pianificava le tappe giornaliere in base alle possibilità di alloggio, che variavano tra i 35 e i 70 km.
Un tracker GPS e un orologio hanno registrato l’intero percorso, documentando questa traversata leggendaria.


L’incontro con l’America autentica
Uno degli aspetti più memorabili del viaggio è stato il contatto con gli americani. Vestito in abbigliamento sportivo con i colori blu, bianco e rosso, e con le bandiere americana e francese sullo zaino, attirava la curiosità e l’ammirazione della gente.
Molti si fermavano per parlare con lui, superando le barriere linguistiche con sorrisi, gesti e un’ospitalità calorosa. Gli americani, colpiti dalla sua impresa, gli hanno regalato momenti di autentica connessione, dimostrando quanto sia forte il legame tra viaggio e umanità.
Un sogno realizzato
Attraversare la Route 66 a piedi non è stato solo un viaggio fisico, ma un percorso interiore. Ha superato sfide logistiche, affrontato la solitudine e scoperto il vero spirito dell’America.
“Mi sono messo la barra molto alta, ma questa esperienza mi ha insegnato che i limiti sono fatti per essere superati”, racconta.
Questo viaggio, che combina sport, avventura e passione per la cultura americana, è una fonte d’ispirazione per chiunque sogni di trasformare una fantasia in realtà. Perché, come ci insegna la Route 66, ogni viaggio è un’opportunità per scoprire il mondo e se stessi.




Un viaggio di solidarietà: la Route 66 per “Un maillot pour la vie”
L’impresa di Josyan Sieurac, che ha percorso la leggendaria Route 66 a piedi, non è stata solo una sfida personale, ma anche un atto di solidarietà. Questo straordinario atleta ha dedicato il suo viaggio a un’importante causa: sostenere l’associazione “Un maillot pour la vie”, che si impegna a portare gioia e sostegno ai bambini malati.
L’associazione “Un maillot pour la vie”
Fondata con l’obiettivo di creare un ponte tra il mondo dello sport e i giovani pazienti, questa organizzazione lavora per regalare sorrisi ai bambini ospedalizzati, organizzando incontri con atleti, eventi speciali e donazioni di maglie sportive simboliche. “Un maillot pour la vie” non si limita a offrire sostegno morale, ma punta a trasmettere valori fondamentali come la speranza, la determinazione e il coraggio.
La Route 66 per un messaggio di speranza
Durante il suo viaggio di 4.000 km, Josyan ha portato con sé non solo il peso della sfida fisica, ma anche il desiderio di sensibilizzare il pubblico sull’importanza del lavoro svolto dall’associazione. Ogni passo rappresentava un messaggio di forza e solidarietà, un invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà, proprio come i bambini affrontano con coraggio le loro battaglie quotidiane.

“Ho sempre creduto nei valori dello sport e nella sua capacità di ispirare e unire le persone”, ha dichiarato Josyan. “Percorrere la Route 66 per ‘Un maillot pour la vie’ è stato il modo migliore per mettere la mia passione al servizio di una causa più grande.”
Un simbolo di altruismo e determinazione
L’impresa di Josyan Sieurac è un esempio di come un sogno personale possa trasformarsi in un progetto collettivo, capace di fare la differenza. Il suo viaggio è stato accompagnato da un profondo senso di altruismo e dal desiderio di diffondere i valori dello sport anche oltre i confini della sua amata Saverdun.
Grazie a questa iniziativa, “Un maillot pour la vie” ha ricevuto maggiore visibilità, dimostrando ancora una volta che ogni gesto, per quanto piccolo, può contribuire a un grande cambiamento.
Josyan ha dimostrato che con passione, determinazione e un cuore generoso, si possono percorrere strade impossibili. La Route 66 è diventata non solo il simbolo di un’avventura straordinaria, ma anche un ponte di solidarietà che unisce lo sport e il cuore di chi crede in un futuro migliore per i bambini.