
American Primeval e gli Indiani Shoshone e Ute: storia, leggenda e realtà
“American Primeval” è una delle nuove serie più avvincenti del 2025, prodotta da Netflix e creata dal regista Peter Berg insieme allo sceneggiatore Mark L. Smith, già noto per “The Revenant“. La serie non si sottrae dal rappresentare la brutale realtà della Frontiera e dell’Old West, mostrando la violenza, le lotte per il potere e la distruzione sistematica delle popolazioni indigene. Ambientata nel 1857, la storia segue una madre e suo figlio mentre cercano una guida per attraversare i territori pericolosi dell’Ovest, incontrando ogni tipo di minaccia: animali selvatici, cacciatori di pelli, coloni, Mormoni e tribù indigene.
Gli Shoshone nella storia e nella serie
Uno degli elementi centrali di “American Primeval” è la rappresentazione delle tribù indigene, in particolare degli Shoshone e degli Ute. Gli Shoshone, principali nativi americani della serie, svolgono un ruolo fondamentale nella narrazione. Nella realtà storica, questa tribù era suddivisa in quattro gruppi, presenti in Wyoming, Idaho meridionale, Nevada e Utah. Esistono tre tribù principali: Shoshone-Paiute, Shoshone-Bannock e Shoshone-Lehmi, conosciuti anche come Agai’dika, legati alla figura storica di Sacajawea, la guida-interprete della spedizione di Lewis e Clark nel 1805.
Nel corso del XIX secolo, gli Shoshone entrarono in conflitto con i coloni in Idaho e furono protagonisti di eventi drammatici come il Massacro del fiume Bear (1863), che portò alla morte di quasi 500 nativi. Questo tragico evento si inserisce nel contesto della guerra dello Utah, periodo in cui la serie TV è ambientata. “American Primeval” rappresenta questi scontri attraverso la figura di Red Feather, leader della tribù Shoshone. Tuttavia, non esistono prove storiche dell’esistenza di un capo con questo nome; il personaggio sembra essere un’invenzione narrativa ispirata a figure reali del tempo.
Il popolo Ute: tra storia e fiction
Oltre agli Shoshone, “American Primeval” introduce anche la tribù degli Ute, che, pur non essendo centrale nella trama, ha un ruolo importante nello sviluppo dei personaggi. Storicamente, gli Ute abitavano il territorio che oggi comprende Utah, Colorado, New Mexico, Wyoming, Nevada e Arizona. Entrarono in contatto con gli spagnoli nel XVIII secolo e successivamente con i coloni europei, in particolare con i Mormoni, che giunsero nei loro territori nel 1847.



Luoghi di memoria e cultura indigena
Per chi vuole approfondire la storia di queste popolazioni, esistono diversi luoghi di grande importanza storica e culturale:
- Shoshone-Bannock Tribal Museum (Idaho): situato nella riserva di Fort Hall, ospita mostre sulla storia tribale, fotografie, artefatti e manufatti unici.
- Sito del Massacro del fiume Bear (tra Idaho e Utah): un luogo di memoria che commemora una delle più grandi tragedie della storia nativa americana.
- Sacajawea Interpretive Cultural and Educational Center (Salmon, Idaho): dedicato alla figura di Sacajawea e alla cultura Agai’dika Shoshone-Bannock.
- Wind River Reservation (Wyoming): terza riserva indiana più grande degli Stati Uniti, condivisa dagli Eastern Shoshone e dai Northern Arapaho.



La serie “American Primeval” porta sullo schermo le dure realtà della Frontiera, raccontando una storia in cui si intrecciano mito e realtà storica. Sebbene alcuni personaggi siano frutto della finzione, la rappresentazione della violenza e delle lotte tra coloni e tribù indigene aiuta a mantenere viva la memoria di un passato spesso dimenticato. Personalmente l’ho trovata una serie avvincente, ben realizzata e storicamente allineata alla realtà. Se avete Netflix non perdetevela, sopratutto se amate gli USA e la sua storia.