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Bodie è sicuramente la città fantasma più famosa del West ed anche la più visitata, non solo per il suo eccellente stato di conservazione ma anche perché si trova proprio lungo dei percorsi più praticati dai viaggiatori che dal desertico Parco Nazionale della Death Valley si dirigono verso quello montano di Yosemite. Considerata monumento nazionale, è facilmente raggiungibile dalla Highway 395 tramite una agevole sterrato di 5 km.

Dieci anni dopo l’inizio della corsa all’oro, i primi filoni scoperti sul versante occidentale della Sierra Nevada cominciarono ad esaurirsi. Alcuni minatori decisero di spostarsi sul versante orientale e nel 1859 un certo W.S. Bodey trovò una pepita in una zona desolata ad oltre 2500 metri di altitudine, vicino a quello che ora viene chiamato Bodie Bluff.

In poco tempo sorse una città dal nulla, ma l’isolamento invernale rese così difficili gli approvvigionamenti che molti desistettero nell’impresa e se ne andarono. Nel 1879 fu scoperto un filone molto ricco ed in poche settimane quella che sembrava essere ormai una città fantasma si ripopolò al puto di diventare addirittura la seconda città più importante della California dopo San Francisco, con oltre 10.000 abitanti. Nel 1880 la città contava 65 saloon, un numero infinito di bordelli, un quartiere cinese e quattro negozi di sigari ed attirava avventurieri, banditi, prostitute e predicatori da ogni parte del Paese. Una città turbolenta, come in genere lo sono tutte le boom town del periodo, al punto che  igiornali riferiscono che la gente del posto chiedeva al mattino “Fai un uomo a colazione?” per sapere se qualcuno è stato ucciso durante la notte. Per cancellare l’immagine profana della città si decise di costruire una chiesa metodista, ma i pastori non vollero venirci perchè il finanziamento derivava, a loro dire, dai profitti dei bordelli e dalle fumerie d’oppio.

Nel 1932 un incendio appiccato da un ragazzino distrusse quasi totalmente la città, mandando in fumo il 95% delle costruzioni. Ormai in rovina, nel 1942, a seguito di un decreto governativo, la città venne abbandonata definitivamente. Ciò che si salvò dall’incendio è stato però preservato con cura ed in parte restaurato senza comprometterne l’autenticità. Così oggi sono ancora visibili una chiesa, alcuni alberghi, banche, la caserma dei pompieri, le pompe funebri, una scuola, la prigione e naturalmente le imponenti costruzioni della vecchia miniera.

Sopravvivono anche il quartiere a luci rosse e il cimitero appena fuori dal centro abitato. La maggior parte degli edifici è chiusa e dalle finestre sporche si intravedono immagini fuori dal tempo.

C’è ancora tutto, tranne gli abitanti, molti dei quali sepolti al cimiero con gli stivali ai piedi (come si usava per coloro che morivano di mote violenta). I cinesi e la gente di malaffare (compresi i bambini illegittimi) venivano sepolti fuori città.
Una raccolta di vecchi oggetti è esposta nel piccolo museo che si trova nell’antica sede del sindacato minatori, utilizzato anche come Visitor Center (apertura 08:00-18:00). Della vecchia ferrovia che la collegava a Mono Mills non rimane invece più nulla, essendo stata abbandonata e smantellata nel 1917 per essere venduta come rottame ferroso.

Seppur molto ridimensionata rispetto ai suoi tempi d’oro, è ancora molto estesa e per visitarla tutta occorre prevedere una sosta di almeno due o tre ore. Per accedere occorre pagare un biglietto di ingresso (costo 7$) alle porte della città ai Rangers dell Bodie State Historic Park che la gestisce. Nel museo, per soli 2$, viene fornita ampia documentazione in varie lingue con informazioni sugli edifici e sui pochi residenti.

Testo e foto: Franco Borgis

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