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Un’opera d’arte all’interno di una cava di marmo, e non di un marmo qualsiasi ma bensì del famoso marmo di Carrara.
Grazie all’iniziativa promossa dal comune di Carrara e dalla Società concessionaria della cava Gioia, Gualtiero Corsi srl, è possibile salire a bordo di alcune Jeep fino nel cuore della cava, già di per se un’esperienza emozionante visto che ci si arrampica letteralmente fino al crinale dove Cobra ha realizzato nel 2017 l’opera che raffigura il David di Michelangelo, o meglio la sua reinterpretazione.

L’opera, di 12 metri di altezza per 20 metri di larghezza, è stata dipinta dall’artista dal 15 al 19 maggio 2017 e inaugurata il 23 luglio dello stesso anno; la durata della visita, compreso il trasporto di andata e ritorno, è di circa due ore e consente di ammirare questa opera straordinaria e conoscere da vicino l’altrettanto straordinario scenario delle cave di marmo.

Per vivere questa esperienza è opportuno prenotare in anticipo le date disponibili, seguendo la pagina Facebook di Visit Carrara, oppure recandosi al checkpoint turistico in viale XX Settembre (località Stadio) a Carrara, tutti i giorni, dalle ore 8.30 alle 12.30, o telefonando al numero 0585/844136, in alternativa è possibile scrivere un’email al seguente indirizzo: infocarrara@aptmassacarrara.it

Il tour inizia dal  piazzale davanti all’infermeria prima di arrivare al paese di Colonnata, lungo la Strada Comunale per Colonnata (54033 Carrara), qui partono le Jeep che nell’orario e nelle date prefissate portano dentro la cava e permettono così la visita dell’opera di Kobra.

Tutto molto semplice ed efficiente, l’accompagnatore è stato estremamente gentile e competente, descrivendo un po di storia del luogo e fornendo informazioni sulla realizzazione de murale.

Finita la visita della cava, noi ci siamo poi recati al Cava Museo, un piccolo ma interessantissimo museo che si trova nel cuore delle cave du marmo di Carrara ed è stato creato dal signor Walter Danesi, dopo oltre 40 anni di ricerche sul campo.
Tramite la visita è possibile apprendere le vecchie tecniche di estrazione, vedere foto e ricostruzioni d’epoca e ammirare i vecchi attrezzi, da qui poi è possibile percorrere in auto le vecchie gallerie dove passava il treno che portava i blocchi di marmo fino al mare, compresi i vecchi ponti della ferrovia.
La visita porta via una mezz’oretta ed è consigliata per farsi un’idea della storia del luogo, sarà una visita intensa e estremamente interessante, nonché ricca di opere di marmo e cimeli storici davvero degni di nota.

E’ apprezzabile permette ai turisti di vivere l’emozione di visitare cave e musei e ammirare l’opera di Kobra, ma devo dire che appena arriviamo nei pressi di Carrara ci si rende conto di quanto l’estrazione del marmo, che ha avuto inizio in epoca romana (ancora oggi esistono delle cave abbandonate risalenti a quel periodo), abbia chiesto alla natura dl luogo. Si sa, la natura è particolarmente generosa con noi, ma forse qui sarebbe necessario iniziare a valutare attivamente i danni provocati dall’estrazione che va avanti da molti anni e che ha inevitabilmente modificato aspetto delle Apli Apuane, soprattutto se proveniamo dalla Garfagnana e facciamo il Passo del vestito per scendere fino alle cave ci si rende subito conto del paesaggio irreale.
Polveri bianche avvolgono tutta l’area e immagino che i forti venti che a volte soffiano in queste aree le portino chissà dove.
A tal proposito ho avuto la fortuna di fare una domanda a una persona che da anni segue l’evolversi della situazione e che conosce bene ile problematiche che la natura sta affrontando a seguito degli scavi; Elia Pegollo, si batte da anni per la salvaguardia delle Alpi Apuane, della fauna e dell’acqua che da millenni scende dalle cime delle Apuane.

Ciao Elia, come sai ho visitato le cave di Carrara e l’opera di Kobra. A parte la mia ammirazione per l’artista brasiliano e l’idea interessante della visita delle cave, devo dire che la sensazione provata trovandomi all’interno di questa zona e vedere dall’alto tutta la zona, è stata di disagio per quanto l’uomo abbia modificato il paesaggio e chiesto così tanto alla natura delle Apuane, tu come ti poni difronte a questo sfruttamento?
“Per quanto riguarda la prima domanda posso dire che quello che è successo a partire dagli anni ’70 dello scorso secolo ha superato abbondantemente l’impronta lasciata nei due millenni precedenti… l’introduzione delle macchine ha comportato un aumento vertiginoso della produttività = ditruzione per addetto all’escavazione… all’inizio del 1900 quando i cavatori erano un popolo (circa 16.000), molte mani scavavano poco marmo (circa 50 tonn annue) ; oggi con le tecnologie sofisticate poche mani scavano tantissimo marmo (circa 1.500.000 annue per addetto); possiamo affermare che in molte zone il paesaggio naturale sta barbaramente scomparendo!
Ma il danno più grave avviene nei confronti del bene apicale dell’intero ecosistema: L’ACQUA rispetto alla quale ogni altra attività dovrebbe avvenire con la diligenza del bon pater familiare…invece, sia le cave a cielo aperto che quelle in galleria tagliano le “vene dei monti”, le vie dell’acqua impoverendone il ciclo che tutti connette; e il danno riguarda sia la quantità che la qualità di questo bene comune senza cui la vità è destinata a sparire. Gli Enti territoriali cui la legge affida il governo del territorio sono immersi in un tombale silenzio di fronte alle istanze del mondo ambientalista e in alcuni casi come col PIT della Regione Toscana del 2015 si spingono a concedere pericolose deroghe che confliggono con la normativa vigente (Legge Galasso) e con le direttive comunitarie. Il Piano prevede infatti che al Passo della Focolaccia e sul monte Corchia, per ragioni socioeconomiche si possa continuare a scavare ben oltre i 1200 metri, come la normativa prevede!
La distruzione del nostro patrimonio ambientale è sotto gli occhi di tutti.. sono decenni che denunciamo le gravi minacce verso animali e piante di questo territorio unico e irripetibile…sarebbe importante proteggere le attività silvo-pastorale, l’agricoltura, il turismo a fianco di una attività estrattiva che faccia riferimento al mondo dell’arte come destinazione naturale del marmo…Carrara, la capitale mondiale del marmo, sta languendo invasa da polveri e derubata dei suoi importanti laboratori di scultura… su una produzione di 5 milioni di tonnellate di marmo quello statuario è pari all’incirca a 50.000 tonnellate sufficienti, nelle mani di sapienti artisti, a riempire di statue le piazze del mondo! Se sapessimo amministrare i beni che la natura ci offre in un’ottica di economia sostenibile l’intera collettività ne trarrebbe vantaggio…Oggi la ricchezza derivante dalla distruzione del nostro patrimonio naturale avvantaggia solo poche, potentissime famiglie mettendo sul lastrico l’intera collettività e ferendo mortalmente le future generazioni…”

Personalmente noi Vegani in Viaggio siamo molto sensibili al rispetto della natura e alle forme di vita che vi abitano, quindi senza voler arrivare a una conclusione e lasciare a ogni singolo lettore di decidere da che parte stare, vi consiglio comunque di visitare le cave di Carrara e il museo e di vivere le varie possibilità ludiche offerte, fermandovi un attivo a riflettere su quando la mano dell’uomo abbia lasciato la sua impronta nelle natura.

Per quanto riguarda la possibilità di mangiare vegan in zona, volgiamo segnalarvi una gastronomia vegetariana e vegana a Marina di Carrara, in via Rinchiosa, 1E. Si tratta di Mela e Cannella Gastronomia – Vegetarian Food, un locale carino e accogliente, a pochi chilometri dalle cave e dove abbiamo mangiato bene, con prezzi adeguati e personale gentile.Mela e Cannella è un locale pensato per accogliere chi ama assaggiare la cucina ricercata e di qualità.
Si trova in una zona tranquilla, ma vicina al mare ed alla movida di Marina di Carrara, e grazie a questo è l’ideale per l’asporto di chi frequenta le spiagge o per chi necessita di un pasto veloce per la pausa pranzo.
Dal nostro tavolo si vedono le Alpi Apuane, ed è molto piacevole pranzarvi o cenarvi sopratutto nei periodi di primavera e autunno. All’interno è arredato per accogliere i clienti che volessero consumare il loro asporto in loco, con tavoli e sedie estremamente accoglienti. I colori allegri e l’arredo shabby rendono Mela e Cannella molto piacevole alla vista e gradevole trascorrervi del tempo.
La cucina è a vista. Una grande finestra aperta permette di assistere a tutto il lavoro che viene svolto (e verificare quali materie prime vengano utilizzate e dunque la qualità di queste) per offrire il massimo della qualità a prezzi alla portata di tutti.

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