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Penny Black è una “Roadie” tra le più appassionate che conosco, ma sopratutto è un’amica di quelle un po’ folli di cui non puoi fare a meno.

La sua simpatia è dirompente ed è molto innamorata delle Route 66. Non si perde nessun evento che si svolge in Illinois, lo stato in cui vive.
Mi considera il suo “Roadie Bro” e io ne vado molto fiero.
Si definisce ossessionata dalla Route 66, strada che percorre spesso fin da piccola, anche perché vive a Springfield, IL, una delle cittadine più famose della Mother Road.

Una frase mi ha colpito particolarmente di Penny e che ritengo significativa del vero spirito di questa strada:

Sono le storie che condividi con le persone che mantengono viva la Mother Road

 

Ecco qui le risposte della Rodie Penny:

1. Cosa è per te la Route 66?

Pace, cameratismo, nostalgia, rinnovamento, proteggere, preservare e promuovere.

2. Se pensi a questa strada quale è la prima cosa che ti viene in mente?

È cambiata nel corso degli anni la mia visione. Ora, si tratta di famiglia. La famiglia Roadie della Route 66.
Ciò include i proprietari Mom & Pop di motel, ristoranti e negozi di curiosità in cui viaggiamo, e ovviamente i viaggiatori.

3. Hai un aneddoto curioso legato alla Route 66, una storia che vuoi condividere con noi?

Era il 2006, mentre chiacchieravo con Philip Shelden, di Shelden’s Market & Post Ofc (ex Miller’s Market) a Devils Elbow, Missouri, mi chiese:
Ragazza (l’ho amato subito solo per questo commento), sai quanti anni ha la Route?
Gli risposi: “Sì signore, è stata commissionata l’11 novembre 1926. Questo vuol dire che ‘lei’ ha 80 anni quest’anno
Lui rispose: “Ho un anno in più di The Road“.
Gli ho detto: “Beh, stai dannatamente bene!
Lui rispose: “Bene, allora sono dannatamente contento che tu sia passata di qui!
Purtroppo Philip è deceduto. Grande ragazzo. Mi manca.

4. Quale è il tuo luogo preferito lungo la Route 66?

Qualsiasi Roadie ti dirà che è impossibile restringere il campo.
Alcuni dei miei posti preferiti sono scomparsi da tempo e purtroppo lo sono anche le persone che li possedevano e li gestivano.
Se me lo chiedessi con una pistola alla testa😉, dovrei dire, la stazione arancione Phillips 66 a McLean Texas. È il posto che mi fa capire che la Route 66 è ancora là fuori.

5. Se pensi a un film, a una canzone e a un libro legato alla Route 66, quale ti viene in mente?

I film ovvi, come la maggior parte delle persone, direbbero “Easy Ride” o “The Grapes Of Wrath”.
La canzone sarebbe, ovviamente, “Route 66”. La mia versione preferita è quella dei Depeche Mode, che ho avuto la fortuna di ascoltare dalla mia autoradio il giorno del mio compleanno. Mi sentivo così speciale.

Libro? Anche se noi Roadies chiamiamo il libro di Jerry McClanahan, “EZ66 Guide To Route 66” la nostra “Roadie Bible” (non uscire di casa senza di essa), il libro che mi ha riportato su The Road è “Route 66: The Road” di Michael Wallis del 1990. Strada Madre”.
Mia madre comprò il libro per me. Ho sfogliato le pagine delle immagini e mi sono detta, quelle sono cose che ricordavo da bambina ma ora sono tutte sparite. O così credevo…

Durante un viaggio di ritorno dall’Illinois alla California, i lavori di costruzione ci fecero deviare dall’autostrada alla città di McClean. Vidi la stazione di servizio del cottage Phillips e non potevo credere ai miei occhi.
Eccolo lì… ancora! La foto nel libro di Michael Wallis.
Mi sono fermata e ho parcheggiato dall’altra parte della strada fissando incredula con gli occhi pieni di lacrime. Fu allora che un anziano signore mi vide. Pensando che fossi triste, mi chiese se stavo bene. Dopo aver superato la paura iniziale di qualcuno che faceva capolino dalla mia finestra😳😆, gli dissi che stavo bene e lo ringraziai per aver controllato.
Prima che se ne andasse, gli chiesi, perché mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, “Signore, come si chiama questa strada?
Mi rispose: “È la frontage road
Ero scoraggiata. Questo non mi aiutava a capire dove fossi e confermare la speranza che questo luogo fosse quello del libro.
Improvvisamente, dei vecchi signori si fermarono, si girano e gridano: “È la vecchia 66, Darlin!!”

Ebbene, dopo aver asciugato le lacrime di gioia, decisi di non seguire la deviazione per tornare all’autostrada e presi la strada meno battuta per riscoprire la mia infanzia.
Da allora percorro sempre la Route 66.

6. Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere un viaggio nella Route 66 da Chicago a Santa Monica?

Incontra le persone!
Non perdere un attimo, scattare le foto dalla tua auto e prosegui.
Bill Shea, della stazione di Shea qui nella mia città, è stato il gentiluomo che mi ha tirato fuori dalla macchina e mi ha fatto parlare.
E da allora non ho più taciuto😃
Sono le storie che condividi con le persone che mantengono viva la Mother Road. Quelle connessioni vivranno nel tuo cuore e vorrai tornare per rivisitarle.
Non passo mai un giorno sulla Route 66 senza un abbraccio o 2…o 3☺️.

Qui sotto altre 3 foto inviatemi da Penny Black che ringrazio prima di tutto per l’amicizia che dura da anni e per aver aderito a questo progetto di promozione della Mother Road in Italia “6 questions, 6 answers about Route 66“.


Roberto Rossi

ROBERTO ROSSI (Arezzo 1971) si diploma in elettronica nel 1990, ma fin da subito manifesta il suo interesse per la fotografia ed i viaggi, anche grazie al papà fotografo ed a tanti amici viaggiatori.
"Ricordo ancora quando da piccolo mi recavo nell'agenzia viaggi del mio paese a prendere le brochure appena arrivate, mi bastava aprirne una per iniziare a viaggiare con la mente. Poi per fortuna all'eta di 16 anni il mio primo viaggi in Marocco, da li un susseguirsi di emozioni ed avventure in tutto il mondo."

Roberto ha sempre dimostrato un'attrazione particolare per gli USA, nazione che conosce profondamente, dalle grandi città dell'est, una su tutte New York City, ai grandi parchi dell'Ovest, non ultima la strada che lo ha cambiato per sempre, la Route 66, per la quale pubblica la sua prima opera "Route 66 il mito Americano" - edizioni Amazon, nel 2017.
Artista, viaggiatore, motociclista, tutte passioni che esprime nel suo blog Vegani in Viaggio e nelle pubblicazioni ricche di foto e curiosità, ma sempre essenziali ed estremamente efficaci, niente di superfluo, tutto pensato per aiutare il viaggiatore.
Vegano da molti anni, amante della Natura e degli animali, ha un amore particolare per i gatti con cui condivide da sempre la sua vita.

Nel 2021 è diventato USA AMBASSADOR, specialista of the United States of America, un riconoscimento prezioso di Visit USA Italia.

La passione per la fotografia, i viaggi e la grafica (sua principale attività), regalano un mix sempre attento e funzionale in ogni opera realizzata, Roberto ama chiudere spesso i suoi racconti scritti o narrati con una frase che esprime tutta la sua passione per la vita e le avventure in giro per il mondo:
"Buon viaggio ovunque la vita vi porti!"

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