Non potevo non cimentarmi anche io con le 6 domande sulla Route 66.
A chiusura di questo progetto, ho deciso di raccontarvi cosa è stata ed è per me la Mother Road.
Non vi racconterò chi è Roberto Rossi, la mia biografia la trovate a chiusura di ogni mio articolo, compreso questo. Qui voglio “solo” raccontarvi la mia Route 66 e rispondere alle 6 domande che in tanti hanno affrontato dedicando il loro tempo al progetto “6 questions, 6 answers about Route 66“:
Per me tutto è cambiato da quel primo viaggio sulla Route 66 datato settembre 2013, una parte l’avevo già percorsa, ma è stato solo dopo essere partito da Chicago e arrivato a Santa Monica che mi sono reso conto, lucidamente, quanto fosse stato importante per me quel viaggio.
La pubblicazione successiva del libro Route 66 il Mito Americano, giunto ora alla seconda edizione, mi ha letteralmente cambiato la vita. È nato questo blog, è nata la collaborazione con il tour operator Reporter Live da cui è scaturita un’Amicizia indissolubile con Andrea.
Insomma, la Route 66 mi ha cambiato la vita, in meglio ovviamente e spero lo faccia con chiunque la percorra almeno una volta, lasciandosi trasportare dalla sua anima dentro storie, aneddoti e curiosità capaci di farvi sentire parte di un film.
Ecco quindi le mie risposte:1. Cosa è per te la Route 66?
È l’essenza stessa del viaggio on the road, del road trip per eccellenza. È capace di portarci dentro la storia stessa degli Stati Uniti d’America, di farci conoscere persone che da li a poco chiameremo amici.
I luoghi attraversati sono semplici ma al tempo stesso potenti, è proprio questo strano mix a renderla unica.
Per me è anche segno di cambiamento; mi ha permesso di intraprendere un viaggio ben più lungo dei suoi 3940 km portandomi dove non avrei mai immaginato. Devo ringraziarla perché da quel viaggio ho iniziato un percorso di vita che non mi sarei mai aspettato.
2. Se pensi a questa strada quale è la prima cosa che ti viene in mente?
Spazi infiniti, la strada che corre lenta verso ovest con il sole perennemente in faccia che al tramonto colora tutto di rosso e rende il cielo infuocato.
Mi viene in mente il cielo che nelle pianure dell’Illinois che si appoggia al terreno, mi vengono in mente le persone conosciute durante i viaggi e sui social network, insomma la parola famiglia è quella che meglio descrive la Route 66.
3. Hai un aneddoto curioso legato alla Route 66, una storia che vuoi condividere con noi?
Ne ho molti, raccontati anche nel libro, ma probabilmente quello che più mi ha colpito è accaduto a Pontiac:
Parcheggio la macchina lungo la strada per visitare il centro della città, scendo, chiudo e da li a poco si affaccia da un portone una persona che si avvicina in modo amichevole. Mia moglie pensa che abbia parcheggiato in divieto di sosta e la “fetta di merda” sia dietro l’angolo.
In realtà si avvicina un signore che molto educatamente ci saluta e ci da il benvenuto a Pontiac, si trattava del sindaco della città che avendoci sentito parlare in italiano, munito di google translate, ci offre la sa disponibilità per farci da guida nella città. Un’esperienza davvero incredibile e irripetibile!
Una guida d’eccezione che ci ha portato per mano alla scoperta di Pontiac.
4. Quale è il tuo luogo preferito lungo la Route 66?
Non ne ho uno in particolare, è la Route 66 stessa il mio luogo preferito.
Ma quello che mi viene in mente spesso è Oatman, forse merito dei ciuchini che vivono liberi lungo la main street di questa Ghost Town.
Mi ha sorpreso positivamente, è stata un’esperienza davvero curiosa essere accompagnato alla scoperta della cittadina da questi simpatici asini.
5. Se pensi a un film, a una canzone e a un libro legato alla Route 66, quale ti viene in mente?
Ovviamente Easy Rider. Un film che mi ha fatto innamorare della libertà di questi luoghi lontani, ma anche Svalvolati On The Road, lo so non è quello che vi sarete aspettati da me, ma mi piace e mi diverte molto, ma per farmi perdonare menziono anche Thelma & Louise.
La canzone è fin troppo ovvia; “Get Your Kicks on Route 66” cantata da Nat King Cole, ma spesso sono anche gli Eagles con la loro “Take it Easy” a trasportarmi nella Route 66.
Il libro? Preferirei non risponde 😀
A parte gli scherzi ritengo davvero utile EZ66 GUIDE di Jerry McClanahan, ma anche le pubblicazioni degli altri autori che hanno, in queste settimane, risposto alle 6 domande, realizzando libri davvero di alto livello, poi ci metto a fine lista anche il mio ovviamente.
Poi non posso non citare On The Road di Kerouack e Furore di Steinbeck, impegnativo da leggere ma capace di far capire l’importanza che la Route 66 ha avuto per quelle generazioni. Due pietre miliari!
6. Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere un viaggio nella Route 66 da Chicago a Santa Monica?
Consiglio di dedicare al viaggio il tempo necessario a percorrerla tutta da Chicago a L.A., con la dovuta calma.
Nella Route 66 si viaggia lentamente, non è un’intestatale.
Fermatevi a bordo strada per scattare le foto, passeggiate nelle main street delle piccole cittadine, entrate nei trading post più piccoli e sgangherati, consocerete persone che non vi dimenticherete più.
Gustatevi il senso stesso del viaggio; la vera attrazione di questa esperienza è proprio la Route 66. Non un semplice mezzo che vi porta dal motel dove avete dormito al successivo, ma una compagna di viaggio che vi trasporta dentro la storia degli Stati Uniti d’America e che è capace di cambiarvi la vita!
Ringrazio di cuore tutte le splendide persone che in queste settimane hanno aderito al progetto di promozione della Mother Road in Italia “6 questions, 6 answers about Route 66“. ma non temete, non finirà qui, via via che si aggiungeranno altre persone verranno pubblicate. Ma per adesso il viaggio continua, ci vediamo lungo la strada…