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Ore 7:30, pronti via!
Colazione presso l’hotel North Shore Inn di Overton e via veloci verso Valley of Fire State Park che visitiamo pagando in autonomia 6 dollari all’ingresso est del parco, e mettendo sul cruscotto dell’auto la relativa ricevuta (i ranger controllano, se credete di fare i furbi pensateci bene).
La strada che percorre il parco è già di per se molto affascinante, scorre veloce e ci permette di visitare i primi view point che ci eravamo prefissati di vedere.
La Valley of Fire Hwy è come al solito ben tenuta e percorribile senza difficoltà con qualsiasi mezzo, si tratta di 7 miglia di asfalto levigato che permettono di arrivare a ridosso di alcune delle più importanti attrazioni, il nostro primo stop è dedicato al Beehives, una formazione rocciosa dalle forme bizzarre e striate.

Successivamente ci rechiamo al Atlatl Rock, una zona molto particolare che ricorda, in piccolo, Arches nello Utah, colori rossi brillanti e stesse forme, inoltre si incontrano anche alcune incisioni rupestri che si possono ammirare da vicino grazie a delle scale di metallo che portano all’altezza delle incisioni, permettendoci di vederle e di rendersi conto di quanto siano stupide alcune persone che hanno pensato bene di scriverci sopra!

Prendendo la macchina è possibile percorrere una strada a sterro che porta al Arch Rock, un piccolo arco che si vede bene dalla strada senza bisogno di scende dall’auto, percorriamo quindi tutta la strada a sterro per rientrare sulla Hwy, dove giriamo a sinistra verso il Visitor center.

Imbocchiamo così la Scenic view, il cuore pulsante del parco, se la Valley of Fire Hwy vi è piaciuta, questa stretta stradina vi lascerà a bocca aperta per come si distende sinuosa sulle forme del parco, il limite di 15 miglia vi sembrerà addirittura troppo alto, perché vorrete passarci a passo d’uomo per non perdervi neanche un centimetro del panorama.


Il primo trail che si incontra è il Mouse’s Tank, lungo circa 2 miglia tra andata e ritorno, porta ad alcuni catini naturali di raccolta d’acqua. È chiamato Mouse’s tank, perchè un nativo della tribù dei Paiute, chiamato “Little Mouse”, e ricercato per numerosi crimini, era abituato a nascondersi qui dopo essersi ubriacato.
Il sentiero è di sabbia rossa finissima che penetra dentro le scarpe, ma che risulta essere davvero suggestivo.

Oltre a questo trail, sulla strada che porta al White Dome, si incontra uno dei view point più belli di tutto il parco, ovvero il Rainbow Vista, formato da dune ondulate dai colori meravigliosi ed accesi, sembra davvero un arcobaleno essendo composto da dune mescolate di color giallo, rosso, rosa, viola, tutti colori sapientemente mescolati da madre Natura che sembrano davvero un immenso rainbow di roccia.

Proseguendo si trova la deviazione per il Fire Canyon Arch, un canyon di roccia vulcanica dove i colori delle rocce gialle contrastano con il nero della roccia lavica. Il trail da percorrere, preferibilmente nei momenti meno caldi della giornata, è molto affascinante, ma altrettanto impegnativo, noi ci limitiamo a visitarlo solo superficialmente ed a scattare qualche foto. Proseguiamo invece verso il Fire Canyon/Silica Dome, e sopratutto verso lo Star Trek Pilgrimage Site, punto panoramico dove sono state girate alcune scene del film di Star Trek.

Ripresa la Scenic View, arriviamo alla fine della strada, dove parcheggiamo l’auto ed entriamo nel White Dome, un posto insolitamente pieno di sabbia chiara, che contrasta con il rosso delle rocce.
Il trail inizia con una salita sulla sabbia, e successivamente, una discesa tra gradoni di roccia e massi colorati, ripido ma piuttosto semplice, anche se richiede un po’ di attenzione. Il sentiero porta ad un piccolo pianoro che negli anni 60 fu set di alcuni film western, poco più avanti inizia un breve slot canyon che regala sfumature e ombre davvero particolari, anche a chi come me non è particolarmente ferrato per gli stretti slot canyon più famosi.
All’uscita si apre un paesaggio unico e spettacolare, ricco di rocce coloratissime dalle forme più svariate.

Ovviamente per rientrare verso l’uscita del parco, si deve ripercorrere la Scenic View in direzione opposta, ed anche in questo caso, regala dei paesaggi unici e bellissimi, un’altro trail che potrebbe essere interessante da percorrere è il Fire Wave, che però per ragioni di tempo, decidiamo di saltare, consapevoli che ci saremmo persi uno spettacolo della Natura, ma ahimè il tempo incomincia ad esserci tiranno e la temperatura nella Valle del Fuoco inizia a farci capire perché sia stato attribuito questo nome a questa zona desertica.

Riprendendo la Valley of Fire Hwy, arriviamo nei pressi delle Seven Sisters, che meritano giusto una pausa veloce, casomai se siete intenzionati a fermarvi per un picnic, qui troverete un’area attrezzata molto comoda ed accogliente.


Ultimo view point è l’Elephant Rock, un insieme di piccole rocce intersecate tra di se che come si evince dal nome ricordano la forma di un elefante, non è possibile fermarsi lungo la strada, quindi si deve parcheggiare l’auto poco più avanti, dove ci eravamo fermati all’inizio della nostra visita per fare il pass, e percorrere un breve trial che ci porta ai piedi della formazione rocciosa, piccola pausa giusto per scattare qualche foto.


Ripassiamo da Overton per imboccare la I-15 in direzione est verso Zion NP, circa 120 miglia ci separano da Springdale, ingresso ovest del parco.
Lungo la strada ci fermiamo al Virgin River Canyon Campground per pranzare e sfamare una mandria di simpatici roditori che abitano l’area.
Lungo la strada, poco dopo Hurricane intravediamo un singolare negozio, il Fort Zion, dove ci fermiamo per acquistare qualche souvenir.
Si tratta di un locale in stile Country perfettamente arredato e molto affascinate fin dall’esterno, dove campeggia una sorta di ricostruzione di una Ghost Town e dove sono ospitati alcuni animali nella loro fattoria, dicono che si tratti di animali da compagnia, ma nel dubbio, per evitare di contribuire ad una sorta di mini zoo, non lo visitiamo, dopo alcuni acquisti ed un ottimo caffè, ripartiamo e ci dirigiamo verso Zion NP, dimenticavo una cosa molto particolare; un pianoforte automatico posto nel locale ha fatto da sottofondo musicale al nostro caffè.

Arrivati a Springdale, parcheggiamo l’auto, e prendiamo la navetta gratuita che porta al Visitor Center, qui dopo aver appreso alcune informazioni pratiche ci dirigiamo verso la seconda navetta del parco che ci porterà in un paio di view point che volevamo visitare già oggi.
Il primo trail che facciamo, scendendo all’omonima fermata, è il Weeping Rock, si tratta di un breve trail di circa 20 minuti tra andata e ritorno, giusto per godersi un bel panorama senza troppa fatica, essendo appena arrivati dopo una giornata di viaggio, rinfrescati dall’acqua che scende costante scivolando sulle rocce, ammiriamo il panorama che regala questo angolo del parco, per poi discendere con la navetta, verso, Zion Lodge dal quale inizia il trail che ci porterà alle Emerald Pools.

Questo classico percorso di circa un oretta tra andata e ritorno, ci permette di arrivare ai piedi delle Middle Emerald Pool (passando prima per la lower), proseguendo si arriva in un’altra oretta (sempre tra andata e ritorno) alle Upper Emerald Pools per un totale quindi di circa 2 ore, ma non abbiamo tempo per visitarle tutte, quindi ci limitiamo alle Middle, che offrono comunque un gran bel panorama, le cascate sono alimentate sopratutto dalle piogge, e da piccoli percorsi scavati dall’acqua che scorre verso il basso dalle pareti più alte del canyon. Come abbiamo fatto noi, è consigliabile partire dalla Lower perché il tragitto è più gradevole, poco prima di raggiungerla, si passa sotto una rientranza della parete rocciosa che solitamente gocciola di acqua e crea un effetto simile a quello della Weeping rock.

Finita la visita rientriamo al Lodge dove riprendiamo la navetta per tornare al Visitor Center, da cui con un’altra navetta torniamo alla nostra auto.
Essendo ora di cena, ci fermiamo a mangiare qui a Springdale, per l’esattezza al Zion Pizza & Noodle Co., dove ordiniamo e paghiamo in autonomia al bancone un paio di pizze con verdura e senza mozzarella, annaffiate con dell’ottima acqua naturale ed una Coca Light che mi concedo dopo una pesante giornata, la cameriera poco dopo ci porta tutto al tavolo, un sistema un po strano ma funzionale.
Siamo stanchi, quindi saliamo in auto verso il nostro Hotel, percorrendo al buoi la I-9, l’unica strada percorribile in autonomia dentro al parco, perché il resto dello Zion è visitabile solo con le navette gratuite.


Dopo una mezz’oretta arriviamo al Canyons Boutique Hotel di Kanab, un ottimo hotel, davvero molto bello e confortevole, ci è dispiaciuto rimanere qui solo una notte, perché sarebbe stato bello trattenersi di più, anche perché Zion merita molto di più che una semplice visita superficiale, ma domani ci aspetta un’altra mezza giornata nel parco, che si rivelerà anche una delle più belle di tutto il viaggio.

Qui sotto, il video della giornata:

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