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Blue Miller 
è una giornalista britannica che attualmente sta lavorando alla pubblicazione di un libro sulle moto d’epoca più vendute della Gran Bretagna.
Ha viaggiato molto sulla Route 66 negli ultimi diciassette anni, facendo l’intero percorso sei volte e migliaia di miglia di viaggi più brevi.

Ha pubblicato il primo libro sulla Route 66 nel 2021 (link ad Amazon per acquistarlo) e attualmente sta lavorando ai prossimi due. Vive sulla costa orientale dell’Inghilterra con suo marito, la sua Mustang del 1965 e tre gatti che la maltrattano (la adoro già solo per questo).

Solitamente scrivo qui la frase più significativa dell’intervista, ma in questa occasione voglio solo dirvi di leggere attentamene la risposta alla terza domanda e dirmi se anche a voi non vengono i brividi!

Ecco qui le sue risposte:

1. Cosa è per te la Route 66?

Cosa significa per me la Route 66?
Riunisce tutte quelle cose che amo: la storia, i viaggi, la guida, la linea di asfalto che si allunga fino all’orizzonte, la strada che va avanti per sempre.

2. Se pensi a questa strada quale è la prima cosa che ti viene in mente?

Quando penso alla Route 66 penso al sole. So che non è sempre così: ho guidato sulla Route 66 con neve, grandine, piogge torrenziali, tempeste di sabbia e praticamente in ogni condizione meteorologica.
Ma ricordo una foto, di quando mi sono persa, l’ho scattata a me stessa in piedi fuori dal Roadrunner a Chambless, in California, anni fa; sono da sola, in piedi nel mezzo della  66 con le mani nelle tasche posteriori e il sole che splende. Questo è ciò a cui ho pensato subito quando mi è stata posta questa domanda.

3. Hai un aneddoto curioso legato alla Route 66, una storia che vuoi condividere con noi?

Alcuni anni fa un mio carissimo amico è stato assassinato.
Il novembre successivo iniziò nel Regno Unito il processo contro i suoi assassini e fu un affare di altissimo profilo. Non volevo essere in Inghilterra e sono partita per la Route 66.
Una mattina stavo guidando da sola vicino ad Amboy, dove le persone tradizionalmente scelgono i loro cognomi sui sassi lungo il ciglio della strada.
Improvvisamente mi sono resa conto che, con il fuso orario, il processo stava per iniziare a 5000 miglia di distanza. In quell’istante ho dato un’occhiata al ciglio della strada e lì, individuato in pietre bianche in lettere alte 12 pollici, c’era il cognome del mio amico (e non era un nome comune).
Mi piace pensare che stesse vegliando su di me.

4. Quale è il tuo luogo preferito lungo la Route 66?

Non credo di poter nominare un posto preferito sulla Route 66!
Sono immensamente affezionata al Roadrunner Retreat a Chambless, CA, al Frontier Motel a Truxton, AZ, all’Old Crater Trading Post di Bowlin a Bluewater, NM, Hinton Junction, OK, Glenrio, NM/TX, al negozio Bonebrake a Erick, OK… ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito!

5. Se pensi a un film, a una canzone e a un libro legato alla Route 66, quale ti viene in mente?

La mia “canzone della Route 66” in realtà non ha nulla a che fare con la Route 66, è “See You In Hell Blind Boy” di Ry Cooder dal film “Crossroads”. L’ho suonata in loop molte volte, guidando sulla 66 attraverso il deserto del Mohave perché si adatta perfettamente a quell’allungamento.
Un libro – beh, deve essere la Guida EZ66!

6. Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere un viaggio nella Route 66 da Chicago a Santa Monica?

L’unico consiglio che darei a chi sta pensando di intraprendere un viaggio sulla Route 66 è: fallo!
Oh, e fai un sacco di compiti in anticipo.
Non c’è niente di peggio che essere a mezzo miglio da qualcosa di veramente bello e mancarlo perché non sapevi che fosse lì.

Qui sotto altre 3 foto di Blue Miller che ringrazio per aver aderito a questo progetto di promozione della Mother Road in Italia “6 questions, 6 answers about Route 66“.


 

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