Fare un viaggio in Giappone è un’esperienza particolare, è un paese sospeso tra tradizioni e futuro iper tecnologico, efficenza e regole stringenti, gentilezza e abitudini che possono mettere in difficoltà noi occidentali.
Durante l’esplorazione di questo paese, si assimilano talmente tante nuove informazioni che è spesso difficile metabolizzarle durante in viaggio, è frequente che il nostro cervello elabori tutto questo anche nei giorni successivi quando siamo ormai rientrati in Italia, è una sensazione strana che ho provato anche io.
La cosa che balza subito agli occhi del viaggiatore, all’inizio un po’ spiazzato dalla mancanza di indicazioni in inglese e dalla presenza di regole forse bizzarre per noi, è la puntualità, la pulizia e l’efficienza del sistema. Le città sono organizzate in modo maniacale, ma dimenticatevi i nomi delle strade e i numeri civici, incredibilmente non esistono nella maggior parte dei casi, una bizzarra contraddizione. E’ comunque tutto organizzato in modo perfetto anche se la mancanza di queste basilari abitudini occidentali fa sembrare le città in preda al caos, ma la verità è che la conoscenza di ogni angolo del paese permette, per esempio ai tassisti, di portarvi dove volete senza bisogno di conoscere il nome della strada, se cercate un ristorante, un hotel o semplicemente una punto riferimento chiedete e vi porteranno esattamente li, per esempio sotto la torre della TV all’incrocio est dove c’è l’albergo con la facciata rossa, accanto al fruttivendolo.
Il viaggio che abbiamo fatto noi è iniziato da Osaka, ci siamo poi spostati con il treno a Kyoto, successivamente a Hokane per soggiornare in un Ryokan e per finire nella pazzesca Tokyo. Il famoso treno veloce è qualcosa di incredibile, colpisce per la pulizia (anche le metropolitane sono talmente splendenti da risultare asettiche), la puntualità e la precisione con la quale si ferma nella piazzola della stazione lo rendono robotico, è un piacere salirci e spostarsi tra le città sfruttando il JR Pass, un abbonamento settimanale con il quale usare i treni e le metro delle città senza pagare ogni corsa.
Appena arrivati a Kyoto, siamo rimasti un po spiazzati nell’usare la metro senza indicazioni in lingua inglese (sono indicati in inglese soltanto i nomi delle principali fermate), ma sorprendentemente i disegni (molto usati in Giappone per spiegare il funzionamento “delle cose”) e le cartine sono risultate comunque comprensibili, poi basta fermarsi 10 secondi con una cartina in mano e qualcuno si avvicinerà per chiedere se avete bisogno; si faranno in 4 per aiutarvi, un’altro aspetto che amerete subito di questo popolo.
Le tradizioni; visitare i Giardini, i palazzi imperiali, i templi e la parte vecchia della città di Kyoto risulta un’esperienza indimenticabile e sorprendente, il cibo esposto nelle vetrine dei ristoranti è un’altra particolarità del Giappone, dei mockup dei piatti serviti sono in bella mostra rendendo semplice ordinare anche per chi non conosce il giapponese, basta decidere quello che piace di più all’occhio e in pochi minuti ve lo portano al tavolo, uguale a quello visto in vetrina, tanto che vi chiederete se sia proprio quello di plastica visto poco fa. Per i vegani potrebbe essere più complicato, ma non troppo, perché la cucina giapponese offre molte alternative vegan anche se probabilmente non conosceranno questa parola, ma basta chiedere riso, alghe, tofu e yuba per essere sicuri di non avere problemi, i monaci buddisti non mangiano ne carne, ne uova ne derivati del latte, quindi capite bene che non è così difficile essere vegani in Giappone.
Visitate Kyoto con la metro e sopratutto con i taxi si rivela un’altra esperienza pazzesca, in questi ultimi è tutto automatico anche le porte che si aprono e si chiudono, il tassista in guanti bianchi vi porterà senza difficolta in qualsiasi luogo e sarà ben felice di aiutarvi in caso non conosciate bene i luoghi da visitare ma non mentre guida, in questo frangente è vietato parlargli e lui ligio al dovere non vi guarderà neanche.
Non perdetevi la parte vecchia della città, il giardino di Kyoto, il palazzo Imperiale, il tempio Heian Shrine, il tempio Nijo, il Kiyomizu Temple, la Kyoto tower, il Ryoanji temple e il Golden Pavilion del Rokuonji temple, poi prendetevi un trenino per arrivare a Arashiyame per ammirare la foresta di bambù e il Tenryuji temple, per finire, un po’ lontano dalla città di Kyoto merita una visita anche il santuario di Fushimi Inari-taisha.
Un’esperienza da fare è quella di soggiornare in un Ryokan, noi ci siamo fermati a Hakone dove dalla stazione bastano pochi passi per arrivare in uno di questi classici alberghi giapponesi, dove dormire, mangiare e vivere come dei veri giapponesi, troverete nella vostra stanza dei kimono da indossare per la cena e per andare a letto, tradizione pura al 100%!
Da qui, per arrivare nella capitale, basta prendere un treno veloce per arrivare in poco tempo nella città futuristica per eccellenza, la mastodontica Tokyo!
Un mix pazzesco di tradizione, futuro, tecnologia e cartoni animati, e già non ne avevo ancora parlato ma camminare per le strade di Tokyo è come ritrovarsi dentro a un cartoon o fumetto giapponese, non è raro vedere per la strada ragazze vestite come personaggi animati, cosa che noi occidentali vediamo sono nelle fiere di settore, ma che qui risulta essere la normalità, si alternano persone vestite in kimono a persone vestite in modo occidentale con non poche difficoltà a dire il vero (le scarpe con i tacchi sembrano essere un ossessione per le giapponesi, ma il problema è che non sono molto portate per usarle), e poi appunto i personaggi usciti dai cartoon ad ogni angolo di strada.
Non perdetevi la visita del centro città, il parco di Yoyogi e il tempio Meiji Jingu, la Takeshita street tornado in città e la mitica Shibuya e Akihabara, Shinjuku e il giardino nazional Shinjuku Gyoen, Asdakusa con il tempio Sensoji, recatevi poi a Odaiba per la cena e per ammirare una copia della Statua della Libertà e del Brooklyn Bridge ricostruiti chissà perché proprio qui a Tokyo.
A Roppongi invece troverete una copia della Torre Eiffel anche se in verità si tratta dell’antenna della TV, la Tokyo tower, dove potete salire e ammirare dall’alto la città.
Un ultima cosa; è vietato fumare anche in strada, troverete dei luoghi chiusi apposta per i fumatori, ma scordatevi di fumare in pubblico, non è ammesso, non troverete neanche una cicca o una cartina per terra, potreste mangiarci sui marciapiedi, riguardo ai WC che troverete, non voglio rovinarvi la sorpresa, ma sono una delle tante cose incredibili di questo paese, si tratta di qualcosa che esiste solo qui…
Per concludere, qualche consiglio per dove mangiare; a Tokyo vi propongo Gopinatha un ristorante piccolo ma grazioso e sopratutto vegan friendly, si trova a Nakano al 5 Chrome-17-10, oppure Mominoki House che oltre ai piatti tradizionali offre anche opzioni vegan, si trova poco distante dalla stazione di Meiji Jingumae al 2-18-5 Jingumae a Shibuya, per ultimo potreste provare il Vege Herb Saga, è un ristorante indiano e si trova al 5-16-9, Ueno, Taito-ku.
A Kyoto vi consiglio invece Shigetsu che offre piatti della cucina buddista a base di tofu, verdure e zuppe di ogni tipo, dolci compresi, ovviamente rigorosamente vegan, si trova all’interno del tempio Tenryuji al 68 Susukinobaba-machi, Saga Tenryuji, Ukyo-ku, vicino ai templi è comunque semplice trovare ristoranti buddisti e quindi vegani come i monaci, un’alternativa che vi consiglio è Aijiro al tempio Myoshinji.
Insomma fare un viaggio in Giappone è un’esperienza unica che vi rimarrà per tutta la vita, concludo con un ultimo aneddoto che ci è accaduto a Tokyo quando arrivato difronte alla macchina dei biglietti per la metro diretta all’aeroporto, mi sono soffermato per una decina di secondi bloccando la coda e non premendo nessun tasto, al che si è aperta una finestrella sopra al distributore dei biglietti ed un gentile signore mi ha detto gentilmente di spostarmi perché avrei ricevuto subito assistenza, ed infatti è arrivata una ragazza che parlando inglese ha fatto i biglietti al posto nostro e ci ha accompagnati fino alla piazzola del treno, attendendo con noi l’arrivo della metro, mi è quasi dispiaciuto ripartire, mi stavo abituando a tutta questa gentilezza ed efficienza, anzi mi ero proprio abituato!