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C’è una strada che più di tutte incarna il sogno del viaggio on the road, il mito e la leggenda degli Stati Uniti D’America, il suo nome è Route 66.
Lunga 2448 miglia, attraversa 8 stati, distendendosi sinuosa come un vecchio serpente attraverso Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California, dalla ventosa Chicago alla scintillante Santa Monica.
Ben 3 fusi orari accompagnano il viaggiatore, che a bordo della sua auto, o a cavallo della sua moto, intende percorrere un viaggio nel tempo con motel e stazioni di servizio a fare da contorno ad un’avventura indimenticabile.
La strada nata ufficialmente l’11 Novembre 1926, ha avuto una vita travagliata; inizialmente doveva chiamarsi US 60, successivamente US 62, ma varie vicissitudini la portarono ad avere il nome di US 66, perché più facile da ricordare e con un suono piacevole da ascoltare.
Si trattava di una strada sterrata, dannatamente difficile da percorrere con i mezzi dell’epoca, pericolosa in molti tratti, dove soltanto il vento caldo del deserto faceva da compagnia ai viaggiatori.
Sotto ad un sole cocente capace di sciogliere anche i sogni dei più audaci ed intraprendenti, si macinavano miglia alla ricerca di una vita migliore verso ovest, dove ancora oggi il cartello “End of the Trail” accoglie i viaggiatori alla fine del loro indimenticabile on the road.
A proposito di cartelli, ci volle più di un anno affinché facessero la loro comparsa lungo la US 66, e soltanto nel1938 divenne a tutti gli effetti interamente asfaltata, rendendola anche la prima strada americana a potersi vantare di questo primato.
la Route 66 ha vissuto un continuo mutamento toccando cittadine nate appositamente per fornire supporto ai viaggiatori ed accarezzandone altre, per poi spostarsi o deviare il suo percorso accorciandone la lunghezza per rendere meno faticoso il viaggio. E’ diventata famosa come la strada più trafficata degli USA, fino a quando la moderna e veloce intestatale non ne decretò la morte il 27 Giugno 1985, ma non preoccupatevi, la Mother Road è più viva che mai, ricca di storia ed aneddoti curiosi, di personaggi affascinanti che ancora oggi la rendono la strada più conosciuta al mondo, incarnando il mito del sogno americano, dove la vera attrazione di questo viaggio è proprio lei, la strada: solitaria, lenta e romantica.
Osannata in tanti film e canzoni, il suo vecchio manto di asfalto è lì per accompagnarvi in un viaggio nel tempo, che racconterò stato per stato, guidandovi alla scoperta della Highway di Will Rogers, della Grande Via Diagonale, della Mother Road, della Main Street of America, oppure semplicemente della Route 66, perché nessun soprannome può scalfire il logo Route 66 impresso nel suo asfalto rovente pieno di rughe a dimostrarne l’età.

“Get your kicks on Route 66”


Illinois:

L’illinois è il primo stato che accoglie il viaggiatore, ed è forse il più rappresentativo, di sicuro  quello che ha saputo valorizzare meglio la storia e l’importanza della Route 66 mantenendone intatto il fascino fino ai giorni nostri.
Lasciata Chicago con i suoi scintillanti grattacieli, i finestrini della vostra auto inizieranno a riempirsi del verde delle praterie e delle coltivazioni, economia e ricchezza di questo stato.
Lungo la strada, molti diner e stazioni di servizio ristrutturate e ben conservate, vi introdurranno fin da subito nel mood della strada più famosa del mondo.
Senza indugi e compromessi, vivrete lo spirito d’avventura che l’asfalto rugoso e polveroso di questa strada vi regalerà lungo tutto il viaggio, il logo stampato sulla strada impreziosirà ancora di più la vostra esperienza e vi costringerà a continue e meritate soste fotografiche.
284 miglia di strada dritta ed infinita, una lama tagliente che divide in due lo stato dal cartello Begin, fino al Chain of Rocks Bridge, passando per cittadine come Pontiac e Springfield che hanno fatto la storia della Main Street of America.
Praterie piatte, una sorta di pianura infinita verde e solitaria, alcuni alberi che abbelliscono il paesaggio, un panorama assoluto, dove il verde del terreno si unisce al blu del cielo, regalando un mix di colori favolosi, e dove il cielo sembra appoggiato al terreno, viene davvero il dubbio che la terra sia piatta.
Il logo Route 66 impresso nell’asfalto, ed i cartelli disposti ad ogni incrocio, rendono l’Illinois uno degli Stati più semplici in cui percorrere la mother road, tratti di strada che appartengono al percorso più recente lasciano spesso il posto a vecchi tratti chiamati Old Route 66, dove il manto stradale ormai isolato dal resto del traffico, è percorribile solo a piedi e regala emozioni ad ogni passo, un sentiero stretto ed impervio che fa ben capire come era realmente la strada, quando, poco dopo essere asfaltata, accoglieva carovane di turisti e di viaggiatori in cerca di una vita migliore verso l’assolato west americano.
In Illinois, è ancora percorribile un tratto di strada risalente al 1930, pavimentato con mattoni rossi risalenti all’epoca in cui venne costruita. La Route 66 in questo tratto prese il posto della precedente IL40, per ragioni pratiche ed economiche molti degli 8 stati usarono tratti di strada esistente rinominati poi US66, qui tra Chatham ed Auburn ne è presente ancora uno tra i più belli di tutta la Mother Road.


Missouri:

Da St. Louis a Joplin, da Galena a Baxter Srings, Missouri e Kansas si dividono una parte molto importante della Route 66, il primo con le sue 316 miglia, è uno dei più significativi del percorso, mentre il secondo è lo stato con meno miglia di tutta la mother road, solo 13.
Il Missouri, è uno degli Stati più belli, dove la Route 66 si inserisce sinuosa all’interno dei fitti boschi che caratterizzano gran parte del percorso.
Ci sono molti ponti lungo il tragitto, il più famoso di tutta la Mother Road è proprio qui, si tratta del Devil’s Elbow Bridge. Lungo le 316 miglia, potrete incontrare cittadine come Cuba famosa per i suoi murales, stazioni di servizio come la Gary’s Gay Parita, gestita fino a poco tempo fa dal mitico Gary. Venuto a mancare da poco, è stato un punto di riferimento per tutti i viaggiatori.
Il Missouri è uno stato particolarmente bello, ricco di diners ed attrazioni storiche, romantico ed estremo al tempo stesso. Quando inizia, al confine con L’Illinois, risulta essere accogliente, verde e romantico, ma via via che ci dirigiamo verso ovest, diventa desertico, accompagnando piano piano il viaggiatore, a quello che sarà il tratto centrale del viaggio, dove il verde lascia inesorabilmente spazio al marrone delle zone desertiche.
La strada si snoda veloce all’interno di boschi e radure, ondeggiando sinuosa tra dossi e cunette tipiche di queste miglia ancora fresche ed accoglienti.
Qui tante attrazioni ben restaurate, si mettono in mostra lungo la strada, costringendo le auto a continue soste fotografiche, scambi di parole con chi vive a contato continuo con la strada e con chi ogni giorno vede passare turisti incuriositi ed affascinati.


Kansas:

Il Kansas vanta il tratto più breve di tutta US66, ma non per questo meno importante. La cittadina di Galena, per esempio, è diventata famosa grazie al film Cars, i realizzatori del film Pixar, in viaggio lungo la Mother Road per cercare idee e spunti per il film, si fermarono proprio davanti al Cars On the Route, e lì nacque l’idea di uno dei personaggi più famosi del film, grazie ad un vecchio carro attrezzi posto al lato della stazione di servizio, mezzo che oggi è stato totalmente restaurato e reso simile al personaggio del film. Il Raimbow Bridge è un’altro esempio storico dei tempi che furono, ma tutto il tratto di strada che attraversa lo stato è ben tenuto e semplice da percorrere.
Galena è una cittadina splendida, nata per dare supporto ai minatori che lavoravano in questa zona, oggi è poco più che un piccolo centro che ospita poche persone, ma la sua Main Street è favolosa ed è capace di riportare in visitatore indietro nel tempo.


Oklahoma:

Romanticismo e storia, passione e rispetto, queste sono le parole che meglio descrivono l’Oklahoma ed il tratto di Route 66 che passa di qui, 404 miglia particolarmente intense, tanti musei, punti di interesse tra i più famosi di tutta la Main Street of America ed alcune curiosità molto particolari, l’unico problema è che la US66 qui è poco segnalata, si rischia davvero di perdersi, ma se si fa attenzione, questo stato regala degli autentici gioielli.
Prendiamo per esempio la Blue Whale, la balena blu di Catoosa, un regalo per un anniversario di nozze rimasto lì a dimostrare l’amore di chi l’ha realizzata per la propria moglie.
Oppure il Route 66 museum di Clinton, che racconta la storia della Mother Road negli anni con in mostra auto, moto e juke box.
Nonostante la US 66 sia lei stessa un museo a cielo aperto, una sosta qui è d’obbligo.
Anche in Oklahoma la strada scorre spesso a fianco della interstatale, quasi a volerla sfidare in una sorta di danza, la strada spesso ondeggiante e sinuosa offre panorami interessanti, ma in Oklahoma le vere attrazioni sono i punti storici, diners e stazioni di servizio, ben tenuti e restaurati, capaci di far tornare indietro nel tempo, negli anni ‘50 con musica rockabilly che esce dalla radio.
Paesaggi rurali vi accompagneranno lungo il viaggio, fino ad arrivare a Texola.
Nei pressi di Miami potrete percorrere anche la Ribbon Road, un tratto a singola corsia stretto ed impervio; si narra che questa strada fu realizzata a singola corsia perché i soldi non sarebbero bastati per unire Miami ad Afton e quindi meglio che farne solo metà, si decise di realizzare una singola corsia a doppio senso.


Texas:

Texola, al confine, vi aprirà le porte di ingresso per il Texas, uno stato con poche miglia, soltanto 175, e vi accompagnerà piano piano verso i paesaggi desertici che da qui fino alla California rappresentano il viaggio centrale lungo la Route 66.
Amarillo, il Cadillac Ranch, U-Drop Inn ed il Mid point, sono solo alcuni dei View point texani.
Gran parte del viaggio era trascorso, quando il cartello Mid Point compariva davanti agli occhi, ma in realtà la parte più difficile iniziava proprio qui, dal Mid Point in poi il deserto infuocato del Texas e degli Stati successivi, mettevano a dura prova le auto e le famiglie di viaggiatori dentro alle loro scatole di latta calde e rumorose.
La Mother Road cambia decisamente aspetto, il Texas è poco accogliente e si intuisce subito che da qui in poi sarà difficile percorrere fedelmente la US66 perché la interstatale la sovrasta in lunghi tratti privi di segnalazioni.
È facile imboccare per errore la highway, odiata ed amata autostrada che ha decretato la morte del Route 66, ma non si può fare a meno di uscire nei pressi di Glenrio, cittadina al confine con il New Mexico, per dirigerci verso San Jon lungo un tratto di Route 66 sterrato e desolato, qui vennero girate molte scene del film Furore di John Ford e rappresenta fedelmente la strada agli inizi del 1926.


New Mexico:

La dismissione della Route 66 ha avuto effetti devastanti per alcune comunità, nate proprio lungo il percorso della Mother Road per offrire supporto ai viaggiatori, ed oggi ridotte a romantiche ghost town.
Da qui in poi, sembra esserci un netto cambio di passo, in New Mexico distese di verde si alternano a zone desertiche di terra rossa, lungo le 379 miglia di questo stato, le cittadine nate lungo il vecchio percorso sono piano piano scomparse sotto la pressione della interstatale, ma c’è una splendida eccezione, una città simbolo di tutta la Route 66, la città per eccellenza che ha saputo ridare vita alla Mother Road. Tucumcari, meglio di ogni altra, incarna il fascino del vecchio e del nuovo, ed è l’esempio lampante di resistenza e romanticismo, il suo simbolo indiscusso è il Blue Swallow Motel.
Anche il 66 Diner di Albuquerque è una delle tappe immancabili della Route 66, entrarci vuol dire ritrovarsi in un attimo avvolti da gelatina nei capelli e musica rockabilly, jukebox che suonano gracchianti 45 giri di Elvis, in un attimo siamo dentro Happy Days.
Le strada diventa dritta ed infinita, si lasciano alle nostre spalle le ultime praterie e si entra definitivamente nel deserto rosso che ci accompagnerà fino in California.
Nei pressi di Albuquerque esiste un tratto di strada che suona, percorrendolo a 45 miglia orarie, grazie a dei tagli nell’asfalto, la canzone America the Beautiful uscirà armoniosa dagli pneumatici della vostra auto.
Ma torniamo un attimo indietro, quando giungiamo a Santa Rosa, possiamo percorrere la Route 66 verso Albuquerque, oppure imboccare la Old Route 66 verso Santa Fe, capitale del New Mexico, succede spesso di imbattersi in deviazioni come questa, perché la strada ha subito molte modifiche durante gli anni, ma questa verso Santa Fe è davvero curiosa; Alla fine degli anni 20 il governatore dello stato, dopo aver perso le elezioni, addossò tutta la colpa ai politici della capitale, ed orchestrò la sua vendetta progettando una variazione al percorso originale della US66, che con la scusa di velocizzarlo isolasse Santa Fe, si dice che gli operai lavorano giorno e notte per realizzarla, permettendo così all’ex governatore di realizzare la sua vendetta.
Fascino e romanticismo vi accompagneranno lungo il viaggio in questo stato, miglia dopo miglia, passerete dal verde al rosso, dalle praterie al deserto, dalle città alle piccole cittadine ed alle Ghost Town, iniziando a soffrire il caldo del deserto.


Arizona:

L’Arizona, è un o stato fatto di alti e bassi, dove la I40 ha letteralmente cancellato parte della US66 passandoci sopra, ma allo stesso tempo, regala dei tratti ben tenuti, tra i più affascinanti di tutto il percorso, 395 miglia di pura passione, sarebbe impossibile elencare tutte le attrazioni che qui ancora oggi accolgono i viaggiatori. Il tratto che va da Seligman a Kingman è senza dubbio il più iconico, ha ispirato i creatori di Cars, che hanno ambientato qui la loro Radiator Springs. Questa parte della Route 66 è stato il primo a fregiarsi del titolo di Historic Route 66, anche gli Eagles si sono innamorati di Winslow una cittadina dell’Arizona.
A Seligman, un arzillo vecchietto di 91 anni, più o meno gli stessi della Main Street of America, è oggi l’ultimo custode vivente di questa strada, Angel Delgadillo è ancora lì, dentro al suo barber shop ad accogliere i viaggiatori, dispensando consigli.
Un’assoluta curiosità riguarda il tratto montano che va da Kingman ad Oatman, un tempo particolarmente pericoloso, sterrato e a strapiombo, che si inerpica su per la collina, discendendo poi verso Oatman, la città dell’oro. Qui in molti si avvalevano di piloti professionisti, che prendevano in mano il volante per accompagnare le famiglie a bordo delle loro auto fino alla cittadina successiva, dove anche oggi si respira un’aria da vero west, strade polverose, deserto, cactus ed animali selvatici. Questo tratto di strada è anche chiamato Golden Desert, sia per la fama guadagnata da Oatman, sia perché ricco di fiori gialli che nel periodo della fioritura rendono questo deserto ancora più romantico ed affascinate.


California:

Le miglia corrono via veloci, ed ahimè la California è ormai alle porte, superato il confine di stato, la cittadina di Needles accoglie i viaggiatori mettendoli difronte alle 314 miglia che li separano dall’oceano.
Questa cittadina era famosa, perché i viaggiatori si fermavano qui attendendo la notte per attraversare il terribile deserto del Mojave, infuocato e devastante per le auto poco affidabili con cui viaggiavano. Da qui in poi la Route 66 torna ad essere una lingua di asfalto dritta verso l’infinito, proprio come ci si aspetta da una strada che attraversa il deserto, ai lati il nulla intervallato da Ghost Town, una volta rigogliose e piene di vita, adesso ferme nel tempo, polverose ed arrugginite.
Il vero problema, è che in poco tempo, con la tristezza che prende il sopravvento, San Bernardino, dove nacque il primo Mc Donald’s, accoglie i viaggiatori alla fine della loro avventura. Da qui in poi, la città di Los Angeles, ha inglobato piano piano la vecchia Route 66 relegandola ad un semplice ricordo, sfilze di semafori, auto incolonnate e case aggrappate una all’altra vi accompagneranno fino al cartello “End of Trail” posto sul pontile che si affaccia sull’oceano, l’avventura finisce qui.

“La 66 è la strada madre, la strada della fuga.”
John Steinbeck, “Furore”


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Il 21 aprile 2018, insieme a ReporterLive, abbiamo organizzato, nella loro sede, un evento interamente dedicato alla Route 66, qui sotto il video registrato durante la diretta Facebook.

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